domenica 8 maggio 2011

mostra d'arte moderna al teatro sociale


Invito all'inaugurazione del monumento sui giudici "Saetta e Livatino"

pubblicata da Greco Vincenzo il giorno domenica 8 maggio 2011 alle ore 10.39

Ha il piacere di invitare tutti all'inaugurazione del Monumento sulla Legalita , il giorno 23 mag. 2011 alle ore 18.00. a Canicatti, AG . Per contatti telefonare al. tel. 347 70 43345

un evento importante che ha come tema la commemorazione dei Giudici " Rosario Livatino e Antonino Saetta" , l'iniziativa avrà certamente eco nazionale, Certo di un Vs positivo riscontro , Porge

Distinti Saluti a tutti!

Vincenzo Greco

Breve introduzione dell'opera

Nel cuore della Sicilia , un’epigrafe recita: “LAPIS IPSE LOQUAX”. Da secoli la pietra è stata considerata l’elemento perfetto per custodire un messaggio nel tempo . Un monumento in pietra custode di “legalità” . A vent’anni dalla morte dei Giudici Saetta e Livatino, l’artista Vincenzo Greco ha ricevuto l’incarico di creare la stele che ricordi la loro figura.

“LAPIS IPSE LOQUAX IURIS”, per l’artista un compito difficile da affrontare è quello di dare all’opera ” un’anima loquace”.

Da oggi in poi Il ricordo dei due Giudici vive anche attraverso quest’ opera .

La forza dell’arte visiva e dell’espressività simbolica , possono andare oltre la morte, non ha caso l’orientamento geografico angolare delle due stele è esattamente al 13°50’ 12.00” di longitudine “Ovest –Est” . L’opera con questa disposizione angolare vuole rappresentare il sole nella sua morte e nella sua rinascita giornaliera, una qualità di nuova “Phoenix loquax” che non muore mai……

Nel cuore della Sicilia , terra bruciata dal sole , un’epigrafe recita: “LAPIS IPSE LOQUAX” Da secoli la pietra è stata considerata l’elemento perfetto per custodire un messaggio nel tempo . Un monumento in pietra custode di “legalità” . A vent’anni dalla morte dei Giudici Saetta e Livatino, l’artista Vincenzo Greco ha ricevuto l’incarico di creare la stele che ricordi la loro figura. Un monumento capace di esprimere un messaggio “puro, rigoroso e giusto” forme perfettamente squadrate esaltano concetti di rettitudine morale, formulati per la società , come modello per il futuro.
“LAPIS IPSE LOQUAX IURIS”, per l’artista un compito difficile da affrontare è quello di dare all’opera ” un’anima loquace”. Il loro impegno, le loro teorie trovano ogni giorno nuova linfa, grazie all’impegno di chi gli vuole veramente bene e di chi, pur non avendoli conosciuti , s’impegna a divulgare il loro ammirevole coraggio e soprattutto il loro messaggio.
Un monumento moderno, progettato e costruito come un’opera dell’antichità, trasmette cultura anche sotto ogni profilo cromatico . l’artista ha rappresentato simbolicamente questa tragedia usando un pregiato marmo “Rosso Salomè” una coincidenza voluta dallo scultore , che paragona i due “giudici martiri” a San Giovanni battista , secondo il testo evangelico Salomè , per interessi personali, consegnò il capo di Giovanni ad Erodiade . Il colore rosso infuocato dell’opera , rivela il vero temperamento dell’autore , che emoziona lo spettatore con gli accostamenti cromatici e il vibrante impianto tonale.
Da oggi in poi Il ricordo dei due Giudici vive anche attraverso quest’ opera moderna , l’universalità dei messaggi che raccontano “l’uomo-servitore” dello Stato, due pietre miliari di speranza e di pace per tutti. La forza dell’arte visiva e dell’espressività simbolica , possono andare oltre la morte, non ha caso l’orientamento geografico angolare delle due stele è esattamente al 13°50’ 12.00” di longitudine “Ovest –Est” . L’opera con questa disposizione angolare vuole rappresentare il sole nella sua morte e nella sua rinascita giornaliera, una qualità di nuova “Phoenix loquax” che non muore mai……
Vincenzo Greco
Brucia la luna n'cielu
E ju bruciu d'amuri
Focu ca si consuma
Comu lu me cori

L'anima chianci
Addulurata
Non si da paci
Ma cchi mala nuttata

Lu tempu passa
Ma non agghiorna
Non c'e mai suli
S'idda non torna

Brucia la terra mia
E abbrucia lu me cori
Cchi siti d'acqua idda
E ju siti d'amuri

Acu la cantu
La me canzuni

Si no c'e nuddu
Ca s'a affacia
A lu barcuni

Brucia la luna n'cielu
E ju bruciu d'amuri
Focu ca si consuma
Comu lu me cori
è stata composta da nino rota..

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