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Mosaici sacri e Vetrate Artistiche - Vincenzo Greco
Mosaici e Vetrate Artistiche - Vincenzo Greco . Se sentiamo parlare di lavorazione artistica e musiva del vetro, noi come italiani (orgogliosamente possiamo dire siamo leader in tutto il mondo...) pensiamo a Murano, ai maestri vetrai dell’isola veneziana. In realtà, nel suo piccolo, anche la realtà Siciliana ed Agrigentina, con l'artista Vincenzo Greco
http://www.mosaicosacro.it/ -- fase di lavorazione della vetrofusione di un lavoro per una chiesa . Opera di grande dimensione cotta in un unica soluzione .il ritratto di Gesù Maestro è realizzato in tecnica grisaglia (grisailles) colori cotti a 830° con un arco di cottura perfetto . il vetro di Murano conferisce all'opera una brillantezza unica ma manifattura dell'artista Vincenzo Greco crea emozioni indescrivibili.
Una rappresentazione bizantina frequente è quella del Cristo "Pantokrator", (cioè colui che tutto contiene, sovente tradotto anche con "Onnipotente") spesso a figura intera, seduto in trono, talvolta circondato da serafini o da fiamme e luci, che ricordano le visioni date da S. Giovanni, nell'Apocalisse.
Più spesso Cristo viene raffigurato a mezzo busto benedicente.
Il volto talvolta sembra severo, ma ha sempre un'espressione di profonda bontà, specialmente nelle icone slave, dove i tratti ieratici dei "Pantokrator" costantinopolitani e greci divengono più umani.
Con la mano sinistra, Gesù regge un Vangelo, talvolta chiuso, ma più spesso aperto e recante in evidenza un breve passo evangelico, come ad esempio: "Venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi. Prendete su di voi il mio giogo leggero"; oppure: "Non giudicate dalle apparenze, ma con giustizia; la stessa misura con cui misurerete, sarà applicata a voi"; o ancora: "Il mio regno non è di questo mondo, se fosse di questo mondo ... "; o: "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo che per voi è spezzato in remissione dei peccati"; ed altre frasi ancora [1].
Il nimbo che circonda il capo del Salvatore ha sempre inscritta una croce e nei tre bracci superiori c'è la definizione scritturale "Colui che è" espressa con tre lettere greche: q, in alto, v a sinistra (di chi osserva) e N a destra.
La mano destra accenna quasi sempre a un gesto di benedizione, disponendo le dita come usano i sacerdoti bizantini: la punta del pollice tocca quella dell'anulare. Talvolta le dita di Cristo raffigurano il suo monogramma: il mignolo per la I, l'anulare per la C, il medio e il pollice incrociati per la X, infine l'indice per la seconda C (IC XC = Gesù Cristo).
Sull'icona deve infatti essere scritto il nome della figura rappresentata. Per Gesù Cristo, si usa mettere in alto l'abbreviazione greca IC XC, e questo anche nelle scritte in Russia. Il colore rosso della veste di Cristo è tradizionale in tutte le icone e indica la sua divinità, mentre il manto blu è segno della sua vera umanità.
Talvolta la disposizione delle dita della mano destra benedicente è a gruppi di tre e due dita, che richiamano rispettivamente le tre Persone della Santissima Trinità e le due nature di Gesù Cristo: è da Dio trino che viene ogni benedizione attraverso il Cristo fatto uomo.
Il colorito del volto, del collo e delle mani non è certo quello di una carnagione naturale, ma un uso radicato dai toni scuri. Alcuni pensano che questa abitudine possa derivare anche dalla copiatura di modelli, dove la vernice di copertura era diventata nerastra.
Una rappresentazione bizantina frequente è quella del Cristo "Pantokrator", (cioè colui che tutto contiene, sovente tradotto anche con "Onnipotente") spesso a figura intera, seduto in trono, talvolta circondato da serafini o da fiamme e luci, che ricordano le visioni date da S. Giovanni, nell'Apocalisse.
Più spesso Cristo viene raffigurato a mezzo busto benedicente.
Il volto talvolta sembra severo, ma ha sempre un'espressione di profonda bontà, specialmente nelle icone slave, dove i tratti ieratici dei "Pantokrator" costantinopolitani e greci divengono più umani.
Con la mano sinistra, Gesù regge un Vangelo, talvolta chiuso, ma più spesso aperto e recante in evidenza un breve passo evangelico, come ad esempio: "Venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi. Prendete su di voi il mio giogo leggero"; oppure: "Non giudicate dalle apparenze, ma con giustizia; la stessa misura con cui misurerete, sarà applicata a voi"; o ancora: "Il mio regno non è di questo mondo, se fosse di questo mondo ... "; o: "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo che per voi è spezzato in remissione dei peccati"; ed altre frasi ancora [1].
Il nimbo che circonda il capo del Salvatore ha sempre inscritta una croce e nei tre bracci superiori c'è la definizione scritturale "Colui che è" espressa con tre lettere greche: q, in alto, v a sinistra (di chi osserva) e N a destra.
La mano destra accenna quasi sempre a un gesto di benedizione, disponendo le dita come usano i sacerdoti bizantini: la punta del pollice tocca quella dell'anulare. Talvolta le dita di Cristo raffigurano il suo monogramma: il mignolo per la I, l'anulare per la C, il medio e il pollice incrociati per la X, infine l'indice per la seconda C (IC XC = Gesù Cristo).
Sull'icona deve infatti essere scritto il nome della figura rappresentata. Per Gesù Cristo, si usa mettere in alto l'abbreviazione greca IC XC, e questo anche nelle scritte in Russia. Il colore rosso della veste di Cristo è tradizionale in tutte le icone e indica la sua divinità, mentre il manto blu è segno della sua vera umanità.
Talvolta la disposizione delle dita della mano destra benedicente è a gruppi di tre e due dita, che richiamano rispettivamente le tre Persone della Santissima Trinità e le due nature di Gesù Cristo: è da Dio trino che viene ogni benedizione attraverso il Cristo fatto uomo.
Il colorito del volto, del collo e delle mani non è certo quello di una carnagione naturale, ma un uso radicato dai toni scuri. Alcuni pensano che questa abitudine possa derivare anche dalla copiatura di modelli, dove la vernice di copertura era diventata nerastra.
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