giovedì 18 dicembre 2014

L'albero della vita - The tree of Life - Gustav Klimt - Scopri cosa perdi se non osservi le vetrate artistiche - Vincenzo Greco


http://www.vincenzogreco.com

Mosaici e Vetrate artistiche
Questo è ciò che facciamo con tanta passione da 25 anni.



Salve, lasciateci presentare, siamo la bottega d’arte “Vincenzo Greco”. Sappiamo dipingere ad occhi chiusi ma non sappiamo stare ad occhi chiusi senza creare qualcosa di nuovo nel mondo dell'arte. Non ci piacciono le opere piatte e quando elaboriamo le idee dei nostri clienti pensiamo subito: “Come potremmo farle diventare più gustose?”.
Deformazione professionale da artisti master chef.

E adesso veniamo ai nostri 3 più grandi pregi:

Siamo sempre positivi e propositivi
Amiamo creare e dare consigli, lavorare accanto al cliente per rendere visibile e reale ogni desiderio che sta cuore dell'acquirente: realizzare un opera d’arte.

Diamo significato a ogni opera d'arte
Chi ha detto che un'artista debba pensare solo a dipingere? Un professionista sa bene che un dipinto è fatto da ciò che si legge e da ciò che si vede. Per questo noi curiamo con attenzione non solo la grafica ma anche il significato intrinseco di ciò che si crea. I clienti che hanno acquistato da noi sanno bene quanto siamo precisi e puntuali.





Progetti e preventivi gratis!

Avete il diritto di mettere alla prova le nostre abilità di creativi, di artisti e mosaicisti. Quindi siamo disponibili a consigliarvi in modo preciso e corretto. Progettiamo e realizziamo opere d’arte a costi bassi, con la possibilità di effettuare il montaggio e la spedizione a spese nostre.

Trovare l'idea creativa ci rende orgogliosi!
State cercando un’idea per un mosaico, una vetrata artistica o un opera d’arte in generale? Troviamola insieme!
Trovare la giusta idea ad un manufatto artistico o ad un progetto creativo per noi è semplice, molto più semplice che decidere il nome per vostro figlio. Un nostro mosaico o vetrata artistica, infatti, può contribuire a rendere preziosa la vostra casa o il vostro arredo sacro ed è importante scegliere l'idea più originale, lineare ed elegante.
Pensateci: quante volte avete acquistato un prodotto in base alle emozioni che quell'opera vi ha suscitato? Un mosaico può trasmettervi serenità (es. mosaici con decori azzurri in una piscina), allegria (es. vetrate artistiche colorate nelle porte scorrevoli) e qualità (es. bagni con mosaici e decori in oro).
 La qualità e la convenienza che fanno la differenza.

Contattateci senza impegno per un preventivo gratuito!



L'albero della vita è significativo simbolo anno utilizzato da molte teologie, filosofie e mitologie. Significa il collegamento il cielo e la terra e entre il mondo sotterraneo, e il concetto Saami è illustrato dal famoso murale di Gustav Klimt, The Tree of Life. Per gli ammiratori di Klimt, il muro ha anche  altro significato, l'unico essere bianco paesaggio creato dall'artista Pendant Il suo periodo d'oro. Klimt usato pittura ad olio con tecnologia vernice d'oro, per creare arte camere di lusso, in quel periodo.

Il concetto di albero della vita è illustrato da dipinto di Gustav Klimt, in maniera audace e originale. I rami vorticoso creano simbolismo mitico, suggerendo la perpetuità della vita. Il rami torsione, piroetta, turno, a spirale e ondeggiano, Creazione di un groviglio di rami forti, lunghe viti e fili delicati, termine dell'anno di complessità della vita. Icts con rami per raggiungere il cielo, l'albero della vita Into radici sotto terra, la creazione della connessione cieli entre e terra, un concetto utilizzato per spiegare Spesso il concetto di albero della vita, in molte culture, religioni e ideologie. L'albero della vita illustrato da Klimt aussi Crea recensioni un'altra connessione, con la malavita, a significare la qualsiasi essere vivente end-governo su determinismo, che nasce, cresce, e poi ritorna nella terra.

Mentre molti parlano il simbolo dell'unità di Gustav Klimt di 'The Tree of Life, ci sono altri la considerano Tale nozione anno di maschile e femminile. Il femminile espresso nella pittura simboleggia sostentamento, la cura e la crescita, mentre il maschio si esprime attraverso l'uso di rappresentazioni falliche. Da questa unione diversa, nasce la vita, e l'albero della vita, pure.

Altri dicono que la pittura simboleggia grandi virtù dell'uomo sindacato entre, sono qui la forza, la saggezza e la bellezza. L'albero per raggiungere il cielo è un simbolo del desiderio perpetua dell'uomo per diventare di più, ma le sue radici sono ancora legato alla Terra.



Una delle principali caratteristiche di The Tree of Life è che sfida lo spettatore a trascorrere più tempo ad ammirare il dipinto, mentre misurare tutti i significati ict. Mentre l'artista utilizza una ricchezza di simboli, oro per la pittura e lussuoso other tecnico per illustrare un mondo magico, la presenza di un singolo uccello nero disegna le recensioni spettatore verso la parte centrale del dipinto. L'uccello nero è un ricordo che tutto ciò che: ha un inizio è fine aussi anno, come gli uccelli, sono stati-nero usato come simbolo di morte da molte culture.



L'albero della vita è tra le più riconoscibili da carriera di Gustav Klimt,

venerdì 17 ottobre 2014

Mosaico in oro produzione tessere Vincenzo Greco

http://www.vincenzogreco.com/blog/92-mosaici-sacri-colomba-spirito-santo-fonte-battesimale-scopri-con-quanta-passione-ho-realizzato-un-opera-darte-vincenzo-greco


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Regione Capoluogo Prefisso Abitanti Abruzzo L'Aquila 0862 aquilani Basilicata Potenza 0971potentini CalabriaCatanzaro0961 catanzaresi Campania Napoli 081 napoletani Emilia-Romagna Bologna 051 bolognesiFriuli-Venezia Giulia Trieste 040 triestini Lazio Roma 06 romani LiguriaGenova010 genovesi  Lombardia Milano 02 milanesiMarche Ancona 071 anconitani o anconetani Molise Campobasso 0874 campobassani Piemonte Torino 011torinesi Puglia Bari 080 baresi Sardegna Cagliarib070 cagliaritaniSicilia Palermo091 palermitani Toscana Firenze 055 fiorentini Trentino-Alto Adige Trento 0461 trentini Umbria Perugia 075 perugini Valle d'Aosta Aosta 0165 aostani Veneto Venezia 041 veneziani

lunedì 8 settembre 2014

La sublime arte del mosaico e delle vetrate artistiche: più di 200 capolavori di Vincenzo Greco



Sul sito www.vincenzogreco.com  l’antologica del maestro che coniuga arte sacra, surrealismo, lavori contemporanei e sensualità.
Sentimenti di ammirazione e di plauso. Saranno quelli che proveranno i visitatori della mostra on-line di Vincenzo Greco, un'occasione per conoscere da vicino la bellezza delle sue opere e, attraverso la conoscenza della sua persona, delle sue opere e degli ambiti in cui ha esposto, un artista che ha rivoluzionato la concezione dell'arte sacra e dell’arte contemporanea in generale.  
Ammirazione per quanto ha prodotto in più di vent’anni d'ininterrotta attività.
E ammirazione per un talento che non può essere catalogato nell'ambito di movimenti artistici, ai quali ha partecipato sempre con un atteggiamento autonomo, di tecniche o di generi, poiché per Vincenzo Greco non esistono confini netti fra disegno, pittura, mosaici, vetrate artistiche e creazione di oggetti sacri.


Il punto di vista e lo sguardo del maestro sul mondo dell’arte sacra dei vetri colorati e dei mosaici per arredi, è un emblema di libertà visiva per tutta la sua produzione  artistica contemporanea.
Nel percorso espositivo del sito si è rinunciati a seguire cronologicamente le fasi creative del maestro, per approfondire gli aspetti più sottili della sua ultima produzione artistica.
C'è quindi uno spazio per i mosaici sacri e per l’arredo domestico, per la produzione di tessere in oro, vetrate artistiche, lapidi in cristallo, dipinti su tela, ritratti e sculture.  

Contattare senza impegno per una consulenza gratuita

Cell. +39 347 70 43 345
Tel. +39 041 86 23 051 - +39 0922 85 57 97
Fax +39 041 86 23 191 - +39 0922 183 62 40
Email: info@vincenzogreco.com
Vendita online e spedizione agevole nelle seguenti regioni:

  • Abruzzo: Chieti, L'Aquila, Pescara, Teramo.
  • Basilicata: Matera, Potenza.
  • Calabria: Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria, Vibo Valentia.
  • Campania: Avellino, Benevento, Caserta, Napoli, Salerno.
  • Emilia-Romagna: Bologna, Ferrara, Forlì Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini.
  • Friuli-Venezia Giulia: Gorizia, Pordenone, Trieste, Udine.
  • Lazio: Frosinone, Latina, Rieti, Roma, Viterbo.
  • Liguria: Genova, Imperia, La Spezia, Savona.
  • Lombardia: Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza e della Brianza, Pavia, Sondrio, Varese.
  • Marche:Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro Urbino.
  • Molise: Campobasso, Isernia.
  • Piemonte: Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbano - Cusio Ossola, Vercelli.
  • Puglia: Bari, Barletta Andria - Trani, Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto.
  • Sardegna: Cagliari, Carbonia Iglesias, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia Tempio, Oristano, Sassari.
  • Sicilia: Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa, Trapani.
  • Toscana: Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Pistoia, Prato, Siena.
  • Trentino-Alto Adige: Bolzano, Trento.
  • Umbria: Perugia, Terni.
  • Valle d'Aosta: Aosta.
  • Veneto: Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza.


giovedì 24 luglio 2014

Murano vetrate artistiche tiffany - vincenzo greco.

http://www.vincenzogreco.com




Mosaici e Vetrate artistiche
Questo è ciò che facciamo con tanta passione da 25 anni.

Piacere di conoscervi! :-)

Salve, lasciateci presentare, siamo la bottega d’arte “Vincenzo Greco”. Sappiamo dipingere ad occhi chiusi ma non sappiamo stare ad occhi chiusi senza creare qualcosa di nuovo nel mondo dell'arte. Non ci piacciono le opere piatte e quando elaboriamo le idee dei nostri clienti pensiamo subito: “Come potremmo farle diventare più gustose?”.
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Diamo significato a ogni opera d'arte
Chi ha detto che un'artista debba pensare solo a dipingere? Un professionista sa bene che un dipinto è fatto da ciò che si legge e da ciò che si vede. Per questo noi curiamo con attenzione non solo la grafica ma anche il significato intrinseco di ciò che si crea. I clienti che hanno acquistato da noi sanno bene quanto siamo precisi e puntuali.

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State cercando un’idea per un mosaico, una vetrata artistica o un opera d’arte in generale? Troviamola insieme!
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Migliaia di case di culto in tutto il paese sono esaltate dalla bellezza di vetrate Tiffany dipinte. Tanti infatti, con il nome Tiffany è diventato sinonimo con il vetro stagnato.  Chi era Tiffany e perché Chi ha fatto diventare il più prolifico e ben & hörbar, conosciuto artigiano americano di vetrate? Louis Comfort Tiffany (1848 to1933) rivoluzionato e rivitalizzato l'industria del vetro colorato americano attraverso la commercializzazione innovazioni esperti e artistiche. La sua spettacolarità e la progettazione e generazione di funzionalità di de figlio New York City & hörbar; società gli ha permesso di dominare il mercato, in particolare per le istituzioni religiose, qui si ispirato. Un uomo di ricchezza e di forti convinzioni artistiche, è stato un leader nel reinventare tecnologia vetrate in America con il suo Divenire La rabbia in milliers di case americane di culto, negozi ed edifici pubblici, e residenze private. Oggi, le finestre di Tiffany sono spesso i più preziosi oggetti artistici in un edificio religioso e riflettono la storia sociale della congregazione.

Louis Comfort Tiffany era il figlio maggiore di Carlo Comfort Tiffany, una gioielleria e argento mercante che diresse Tiffany & Co., il negozio di New York City oggi come qui mondo e hörbar continua, famoso fornitore di oggetti di lusso. Il giovane Tiffany studiato in Europa e ha iniziato la sua carriera come pittore, obiettivo ben presto rivolto alle arti applicate in particolare tessili e carta da parati. La sua prima attività, Artisti Associati, è stato il primo "artistico" decorazione d'interni a New York nel 1880.




Al momento Sami, Tiffany est devenu sempre più coinvolti in vetro e hörbar, making, formando Louis C. Tiffany & Co. Tiffany nel 1883. Considerato il metodo prevalente di pittura su vetro e applicazione tinte come "noioso e artificiale" Rispetto al metodo medievale di colorazione vetro fuso con i metalli e prodotti chimici other. Tiffany e artisti other, principalmente il pittore di vetro e innovatore John LaFarge sviluppato una nuova industria del vetro in America basato sulla creazione di una spettacolare serie di effetti con solo vetro, raramente con vernice. Sia sperimentato e sviluppato un nuovo metodo di produzione di semi-trasparente "opalescente" che simulava gli effetti di vetro verniciato.

Ricchezza di Tiffany gli ha permesso di assemblare manodopera, materiali e servizi per la generazione era vasta scala, superando concurrents come Lafarge. Il suo esercito di maestri vetrai, compresi i lavoratori reclutati o dall'Europa, vetro e manipolato Spinto itti chimica per creare nuovi effetti che i processi erano e successivamente brevettata. La ditta Alla fine, più di 5.000 colori offerti e varietà di vetro. Tiffany s altre innovazioni inclusi: stratificazione (doratura) Più pezzi di vetro per aggiungere profondità alle immagini di flussi o per creare nebbiosa, la qualità eterea di cieli da imballaggio in vetro in un foglio di rame per rappresentare le linee organiche di fiori e foglie, e l'utilizzo di cam portare a Creazione di linee architettoniche evidenziare "vetro panneggio" versando, la raccolta, torsione, trazione, e il vetro pieghevole per simulare pieghe di abbigliamento, penne e simili fondendo minuscoli chip di vetro colorato con lastre compatte per produrre ha scintillante effetto "confetti", abbiamo usato spesso sfondi chiari o colorati per rendere fogliame vetro coltellaccio con gioiello e hörbar, come frammenti.

Sotto vari nomi, l'azienda ha attraversato 50 anni e milliers Prodotto di finestre in tutto il paese, con la majorité ecclesiastica, per quasi tutte le denominazioni. Il lavoro di Tiffany ha coinciso con la costruzione di un vasto numero di nuovi luoghi di culto in America come la popolazione è cresciuta e il regolamento ampliato. Ha molte chiese, i membri cari immortalato commissionando vetrate. Negli edifici più vecchi, vetro trasparente o vetro colorato esistente è stato sostituito dal nuovo stile delle
finestre.





L'azienda ha reso tipi forno di finestre. La finestra paesaggio Costly era raro Tra commissioni religiose obiettivo è considerato il suo risultato supremo in vetro colorato. Figurato in finestre per il mercato ecclesiastica, Tiffany insolitamente Seguito standard teologiche di immagini e vernice utilizzata per descrivere volti, mani e piedi. Altri tipi di finestre, floreali e ornamentali (spesso mosaico) erano meno costosi, e comune in interni domestici.

Negozio gabinetto di Tiffany Produzioni cornici in legno, riccamente intagliato Compreso strutture gotiche. C'era anche un Dipartimento Ecclesiastico Prodotto Quella era la linea completa di arredi liturgici, compreso altari, pale d'altare, cyboriums, e altro ancora. Alcune istituzioni religiose commissionati Tiffany di produrre non solo vetrate, il aussi obiettivo dipinti decorazione e finiture degli interni, come nella Cappella Willard a Auburn, NY.






Il loro periodo di massimo splendore del pendente, finestre Tiffany simboli esotici e prestigiosi Were. Una sala media tre per metro costa $ 700 Quando propria artigiani di Tiffany sono stati pagati 3 dollari al giorno. Il grande "St. Paul predica agli Ateniesi" finestra memoriale in Avenue Presbyterian Church Lafayette a Brooklyn, NY ha costo colossale 5.000 dollari nel 1893.

Tra il 1900 e il 1910 ha raggiunto il picco di produzione finestre, seguito da perdita graduale del pubblico interesse come la novità diminuita. Al momento Sami, il controllo de figlio aziende Diminuzione di Tiffany, Effettuando qualità. Inoltre, il Tiffany Fell in disgrazia nel 1910 quando divenne più gusti accademici. Aumentare il numero di hörbar & Fine, Arti Applicate addestrati architetti rigorosi principi storici, subordinando vetrate al design dell'edificio. Ralph Adams Cram, l'esponente principale del Neo & hörbar, modalità gotico, insisteva medievale e hörbar, stile finestre. Tiffany si rifiutano di cambiare la sua arte. Tra il 1920 e il 1930, il suo lavoro è stato respinto, Tiffany Studios alla fine portano a cadere in bancarotta nel 1931 insieme a studi di qui l'autre finestra Specializzata in stili simili.

Il grande tesoro di vetrate ecclesiastica prodotte durante il Rinascimento americano (1876 & hörbar; 1917) ha sofferto di incendio, furto, atti vandalici, e il deterioramento. Fortunatamente, la rinascita di interesse per finestre Tiffany, partire dagli anni 1950 e '60, ha brought indietro itti Incoraggiati stato e di restauro.

vetrate artistiche madonna Sacro Cuore vetrofusione Vincenzo Greco

mercoledì 14 maggio 2014

MOSTRA DI PITTURA DI VINCENZO GRECO SU EVITA PERON


 IL POPOLO LA CHIAMAVA CON AMORE

E V I T A

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"L'urlo di Evita " opera del Maestro Vincenzo Greco realizzato in occasione della mostra e dedicata ad Evita per il B&B la Casa di Evita " Art e Design"




Il Ministro Argentino Carlos Cherniak insieme a Giusy Evita Musso , Jsaias Rodriguez Diaz Ambasciatore del Venezuela , la scrittrice Ines Kainer e la Consigliere Comunale Federica Luzzo




L'artista Vincenzo Greco autore delle opere pittoriche dedicate ad Evita insieme a Giusy Evita Musso e al Ministro Carlos Cherniak




La bandiera argentina 



L'artista Vincenzo Greco autore delle opere pittoriche dedicate ad Evita insieme a Giusy Evita Musso e al Ministro Carlos Cherniak
































A pranzo con il ministro e l'ambasciatore al ristorante "il pirata" a Cinisi



L'artista Vincenzo Greco  a pranzo con il ministro e l'ambasciatore al ristorante "il pirata" a Cinisi











Evita Peròn, una donna mito della propria nazione, dopo anni
di silenzio, di poche e controverse notizie sul suo

conto, torna improvvisamente alla ribalta. Numerosi libri
tentano di raccontarla, esaltandola, denigrandola,

narrando episodi più o meno famosi tentando di tracciare una
figura che, comunque, risulta unica, affascinante dai

mille volti.

Con Evita si racconta la storia del popolo Argentino, del
sindacalismo operaio, dei descamisados, delle

rivendicazioni femminili..

Nasce povera, figlia illegittima, ma con una forte volontà
di riscossa che la porterà a rincorrere un sogno, quello di

diventare un'attrice, e la condurrà, invece, a diventare la
Dama de la speranza, la "mamma "del popolo argentino.

Seguendo alcune linee direttrici si analizzerà la
personalità di questa donna, ricostruendo le varie tappe delle sua

vita, la crescita personale ed interiore e si tenterà di
legare con un filo conduttore il pensiero e l'azione, le speranze

per se stessa e per il proprio popolo.

Alcuni cenni sul Peronismo e sulla realtà sociale
dell’Argentina completeranno il quadro che ci consentirà di

comprendere al meglio le linee guida dell’azione politica di
Evita e le idee che l’hanno ispirata.

Si tenterà di capire, insomma, come questa donna sia
diventata “mito” ed eroina per il proprio popolo; come abbia

scosso le coscienze di milioni di persone che, a distanza di
decenni, ne portano ancora il ricordo nel cuore.

EVA DUARTE: cenni biografici

Eva Maria Duarte nasce a Los Toldos, in Argentina il 7
maggio 1919, figlia illegittima e di famiglia povera. Soffre

molto la sua condizione di figlia illegittima, soprattutto
perché, spesso viene allontanata dagli altri .

Fin da bambina emerge una forte personalità, sente dentro di
sé la volontà di riscatto, si sente diversa e vuole

rimanerlo. Fin dagli anni della scuola Eva sente una forte
attrazione per la recitazione e cova dentro di se il

desiderio di divenire attrice.

A 15 anni, nel 1935, Eva parte e si trasferisce a Buenos
Aires, lasciando la madre e la famiglia per tentare la

carriera di attrice teatrale, prima, e radiofonica poi. Si
narra di un'Evita poco fortunata, dalle doti mediocri, spesso

povera e ridotta quasi alla fame. Ma la tenacia e la volontà
di arrivare, la spingono ad andare avanti tra mille

difficoltà.

Nel 1939 Eva comincia una serie di programmi radiofonici che
le porteranno la celebrità; si alterna nei ruoli di

eroine come Caterina di Russia e in quelli di ragazze
semplici che si innamorano di giovani altolocati e, dopo storie

ed episodi strazianti, riescono a realizzare il sogno.

Alla fine del 1943 Eva conosce Peròn, e il 22 gennaio 1944 i
due si rincontrano al Festival del Luna Park di Buenos

Aires dove, si dice, abbia inizio la loro storia d'amore.
Peròn la ricorda così: " Aveva la pelle bianca ma, quando

parlava, il volto le si infiammava. Le mani diventavano
rosse a forza d'intrecciarsi le dita. Quella donna aveva del

nerbo".

Nel 1945 partecipa all’organizzazione della manifestazione
per la liberazione di Peròn, allora Vicepresidente del

governo, imprigionato ed allontanato dal potere da una parte
delle forze armate. Eva si adopera per mobilitare i

descamisados, i poveri argentini, gli operai e i sindacati.
Una folla enorme e tutt’altro che rassegnata scese in

piazza e, a furor di popolo, Peròn viene liberato.

Alla fine del 1945 Eva e Peròn si sposano e, nel febbraio
del 1946, Peròn viene eletto Presidente dell'Argentina.

Eva, da allora assunse un ruolo fondamentale. Si impegnò in
battaglie politiche e sociali, la troveremo immersa in

opere di volontariato puro, di assistenza e nel ruolo di
Ministro. Da Eva comincia a nascere la "Evita" e dall'attrice

radiofonica comincia a nascere la Dama de la speranza.

1947 Evita visita l'Europa; si reca in Spagna, in Italia, in
Francia e viene ricevuta dal Papa in Vaticano.

1948: Viene creata la fondazione Eva Peròn, che avrà poteri
illimitati e campo d'azione senza confini e

rappresenterà un nuovo modo di gestire le opere di
assistenza sociale. Grazie al suo lavoro intenso ed

appassionato, Evita si guadagnerà di giorno in giorno
l'amore e l'adorazione delle masse popolari.

1951 La Confederatiòn Generale de Trabajo propone la
candidatura di Evita alla Vicepresidenza. Il 31 agosto Evita

è costretta a rinunciare ufficialmente per motivi di salute,
in realtà per l'ostilità dell'esercito.

26 Luglio 1952: Evita muore dopo una lunga malattia. Peròn
capì che bisognava preparare il popolo alla morte di

Evita, tacere la realtà non era più possibile. Un mormorio
di preghiere colme di un'intima speranza si alzava nelle

strade, nei villaggi, dal nord al sud dell'Argentina. C'era
qualcuno che era disposto ad offrire la propria vita in

cambio di quella di Evita....Per tredici giorni il cuore
dell'Argentina cessò di battere.

1955 La salma di Evita viene trafugata e scompare senza
lasciare traccia. Viene riconsegnata a Peròn nel 1971

quando era in esilio a Madrid. Solo nel 1974 tornerà in
Argentina.

EVITA IN EUROPA

"Evita rappresenterà le donne argentine in Europa. E
noi vogliamo che sia bellissima. Il consiglio che vorremmo

darle è quello di pettinarsi con i capelli raccolti, lo
chignon è la pettinatura che le sta meglio. Potrebbe dirglielo lei,da parte
nostra?": Così un gruppo di donne umili, dalla pelle scura, vestite
poveramente, si recarono alla vigilia

della partenza di Evita come "ambasciatrice
straordinaria" nel Vecchio Continente nella redazione di
"Democracia"

con la speranza di incontrare la dama della speranza.

Dopo il '46, anno dell'elezione a presidente di Peròn,
infatti, Evita diventa la "regina" d'Argentina ; da quel momento

in poi collaborerà con tutte le sue energie alla causa
peronista, e nel '47 sarà la protagonista di una trionfale visita

in Europa: in Spagna, Italia, Francia ed infine dal Papa,
evento lungamente preparato dalla diplomazia argentina

che suscitò vasta eco. I giornali dell'epoca ne danno un
resoconto entusiasmante. "Riporto da Roma - dirà la

moglie del presidente argentino - un'impressione
indimenticabile: in Vaticano tutto respira santità".

Il 6 giugno ‘47, dunque, Evita prende l'aereo per la Spagna,
un viaggio "simbolico" e politicamente significativo:

tornare alle origini con un pellegrinaggio interiore unito
alla nostalgia per le sue origine basche. Evita si recava in

Europa - si disse all'epoca - per lanciare un
"arcobaleno di bellezza" tra i due continenti. E così fu. Tre giorni
prima

della partenza, però, non mancò di inaugurare il primo dei
suoi "pensionati di transito". Un giorno - si legge in tutte

le sue biografie - era arrivata a Buenos Aires senza avere
un letto dove andare a dormire, adesso altre ragazze

come lei avrebbero avuto tutto quello che a lei era mancato.
E questo divenne ben presto l'unica ragione della sua

brevissima vita, stroncata all'età di 33 anni.

L'accoglienza in Spagna fu regale, come nel resto d'Europa.
"La piazza - scrive la Ortiz nella sua biografia "Evita

un mito del nostro secolo" - era sempre nera di gente,
un fenomeno che al passaggio di Eva si ripeté dappertutto...

Più Evita va a sud e più suscita l'idolatria". Il suo
amore viscerale per gli umili e i diseredati non tardò ad esprimersi:

a Madrid si intestardì a voler visitare con un caldo
infernale i quartieri poveri della città. Agli uomini dal volto

scavato chiedeva se avessero un lavoro, si interessava alle
malattie degli altri, regalando pesetas e ripetendo

incessantemente che non si trattava di carità, ma di
giustizia sociale. I poveri - ripeteva - hanno il dovere di

chiedere". La sorella, dopo la sua morte, raccontò che
Evita non piangeva praticamente mai: "Non versò una

lacrima quando seppe che stava per morire, ma di ritorno
dall'Argentina, pianse disperatamente mentre

annunciava la sua decisione di dedicarsi ulteriormente ai
poveri. Pianse quando concesse la pensione ai vecchi.

Pianse davanti alla miseria degli abitanti di un villaggio
della Cordigliera delle Ande”.

Durante la visita all'Escorial, l'ingenua e istintiva Evita
commentò a voce alta: "Quante stanze! Ah, che bel

pensionato per orfani si potrebbe fare".

Dopo la Spagna fu la volta dell'Italia. Il 26 giugno '47
prese l'aereo per Roma esclamando: "Adiòs Espana mìa".

All’aeroporto della capitale italiana la aspettavano il
conte Carlo Sforza, ministro degli Esteri del governo De

Gasperi, insieme alla moglie e ad alcuni esponenti del
Vaticano. Di fronte all'ambasciata, in piazza dell'Esquilino,

Evita fece fronte con austerità e coraggio alla
contestazione della cellula comunista che aveva sede di fronte. Il

giorno dopo si consumò la visita ufficiale da Pio XII. Il
Papa pronunciò qualche parola in spagnolo per benedire la

moglie del presidente e poter dire che seguiva con
attenzione "il lavoro di Peròn suo figlio prediletto", poi regalò ad

Evita un rosario d'oro. Il colloquio durò venti minuti: alla
madonna dei descamisados era stato riservato lo stesso

tempo dedicato alle regine. All'indomani dell'incontro con
il pontefice Evita ricevette a nome di Peròn la gran croce

di San Gregorio Magno. Durante un ricevimento offerto da
un'associazione femminile rinnovò il suo sostegno per il

voto alle donne. " Il mio nome - disse - è diventato il
grido di riconoscimento delle donne di tutto il mondo. E' giunto

il momento di avere gli stessi riconoscimenti degli
uomini". Ma la sua vera ossessione era l'opera sociale ed il

volontariato. Al ritorno in Argentina dirà a Peròn:
“L'Europa è vecchia: i palazzi sono molto belli... ma per farne degli

ospedali". Dopo l'Italia il viaggio proseguì a zig-zag:
Lisbona, Parigi, Costa Azzurra, Svizzera, ancora Lisbona per

volare a Dakar dove prenderà la nave per l'Argentina. In
Francia la notizia del suo arrivo - racconta sempre la Ortiz

- provocherà reazioni alla francese: una via di mezzo tra la
galanteria e l'ironia. Certo è che anche lì fu un vero

successo: alla piccola Eva Duarte, problemi politici a parte
tra Francia e Argentina, venne consegnata la Legione

d'Onore. L'ultimo giorno Evita visitò Versailles e la tomba
di Napoleone di cui aveva grande ammirazione. La sua

visita ebbe come conseguenza inaspettata: il cambiamento del
nome di una stazione della metro che da

"Obligado" diventò "Argentine". Evita
precisò senza supponenza che Obligado non era stata una vittoria dei

francesi, come essi amavano credere, ma degli argentini.

L'Europa la ricevette come non ha mai ricevuto nella storia
nessun'altra donna.

EVITA PERÒN

Le umili origini di Eva, l'indigenza vissuta per molti anni
la portano ad occuparsi subito dei poveri, dei meno

fortunati, del popolo vero e proprio. Sa benissimo che
quando si è poveri il tempo passa in fretta, ed in fretta si

deve agire. In un garage del palazzo presidenziale Evita
raccoglie beni di ogni genere da distribuire ai bisognosi,

chiama questo luogo "Negozio delle delizie", dove
ogni cosa viene rigidamente classificata. Subito si instaura con

la sua gente un rapporto speciale; arrivano lettere da ogni
parte del paese ed Evita vive per accontentare ognuna

di esse dalle più importanti alle più frivole.

In questo momento è la passione della donna a prevalere,
ancora il senso rivoluzionario del suo agire non si è

messo in mostra. Si pensa al quotidiano, ad intervenire con
"il cuore" con uno spontaneismo molto forte ma ancora

poco efficace.

Dopo il viaggio in Europa Evita torna in Argentina e si
mette all'opera, con una forza ed una determinazione senza

eguali.

La personalità di Evita comincia ad emergere, comincia a
scendere in campo, a dare battaglia e a rivoluzionare

tutto ciò su cui mette mano. Il 23 settembre 1947 presenta
la legge che riconosce il diritto di voto alle donne, unagrossa vittoria per
lei, talmente importante che l'11 novembre del 1951, già malata e reduce da una
crisi molto

forte, un'urna elettorale venne portata ai piedi del suo
letto. Era la prima volta in cui le donne argentine

partecipavano alle elezioni. "Ecco, ho votato"
disse e scoppiò a piangere per l'emozione.

Nel 1949 venne istituita ufficialmente la Fondazione Eva
Peròn, opera di assistenza sociale, uno strumento

fondamentale che funzionò fino al 1955, anno della caduta di
Peròn.

Costruì mille scuole e 18 pensionati in provincia, 4 policlinici
a Buenos Aires e altri 9 sempre in provincia. Fondò la

città dei bambini, dove i bambini poveri venivano ospitati
per potersi finalmente sentire in un mondo a loro

dimensione, il quartiere degli studenti, la casa per le
ragazze nubili, per le impiegate..."Quante volte le sue visite ad

ore assurde per controllare le condizione dei bambini, il
cibo, le provviste...".

Grandi opere, importantissime, ma grandi soprattutto nel
modo in cui venivano realizzate. In ogni angolo, in ogni

sala si respiravano e pulsavano l'amore e la passione per la
propria gente. Nessuno di questi edifici poteva

risultare freddo o anonimo. Questo il grande dono di Evita:
pensava al popolo come a se stessa.

La casa dei bambini, per esempio, non era un edificio a se
stante, ma una vera e propria cittadella in miniatura,

dove i colori, i disegni, la forma delle finestre, i tetti
rossi, facevano percepire serenità e spensieratezza, sentimenti

che i bambini dovevano sentire e assaporare dentro di loro.

Lo stesso rispetto, gli stessi sentimenti venivano trasmessi
verso gli anziani. I pensionati, le colonie estive,

l'approvazione dello statuto degli anziani, fanno sentire in
modo forte un nuovo legame che unisce il popolo

argentino. Un legame trasversale, che attraversa le
generazioni, i ranghi sociali, i ruoli.

Si dice che Evita, il giorno della promulgazione dello
Statuto, quando consegnò per la prima volta le pensioni a

1000 pensionati pianse, insieme a loro. Pianse per la gioia
di poter assicurare una vecchiaia serena agli anziani

argentini, per aver costruito pensionati talmente a misura
d'uomo, da desiderare di trascorrere in quel luogo ed

insieme a loro, la sua vecchiaia.

E ancora sorsero la casa dell'impiegata, il sindacato delle
domestiche, le colonie turistiche che ospitavano fino a

3000 persone, tutte opere necessarie per accrescere il
legame comunitario e solidaristico della gente. Questo è un

merito fondamentale della politica di Evita. La sua opera
non era soltanto un impegno a favore dei più deboli, dei

suoi descamisados, ma la volontà precisa di radicare nel
profondo del suo popolo un legame molto forte, un senso

di appartenenza che travalicasse ogni rivendicazione
sociale, uno spirito di unione talmente forte da trasformare la

popolazione Argentina in un popolo unito.

Il 26 luglio del 1949, riemerge con forza la volontà di
occuparsi delle donne, dei loro problemi, di seguirle da vicino.

Questo rapporto, però, si evolve, diventa politico. Evita
vuole rivoluzionare anche il ruolo delle donne nella vita

politica. Comincia proprio quel giorno fondando il partito
peronista femminile, alla cui presentazione accorsero 1000

donne argentine.

Riconosce le condizioni disagiate delle donne nella società
argentina; vuole agire in favore delle lavoratrici,

sottopagate e sfruttate. Sostiene che la condizione della
donna, nella visione della complementarità e della

differenza dei ruoli, e dei sessi, deve essere affrontata e
risolta dalle donne stesse. Solo chi è attore e protagonista

della vita sa affrontare ciò che deve sconfiggere. E' un po'
il concetto che emerge dalla sua continua azione in

sostegno dei poveri. Lei, che è stata povera, sa cosa vuol
dire vivere da povera, cosa sognano i poveri, di cosa

hanno realmente bisogno. Sa cogliere le sfumature, capisce
che spesso, un gesto appropriato, un dono "frivolo"

che accompagna quelli un po' più seri, può donare una
felicità, una spensieratezza tali che aiutano a tornare alla

propria vita con un “pizzico” di speranza in più.

"In politica la donna deve essere a fianco dell'uomo,
ma senza mai permettergli di immischiarsi nei suoi affari..."

sostiene Evita; un riassunto molto diretto del pensiero
appena espresso.

Il Partito femminile era, in fondo, un'altra sfaccettatura
della fondazione. L'aria che si respirava era la stessa, il

medesimo spirito, le stesse le intenzioni di base. Era
organizzato in province ed ogni delegata provinciale doveva

occuparsi del territorio ed agire, riferire ed intervenire
come, per e secondo il modo di essere incarnato da Evita.

Aiutare il prossimo, rendersi utili alla comunità, agire,
lavorare senza sosta e con furore, erano i requisiti delle

delegate e le caratteristiche richieste da Evita. Costruire
un movimento che trascini il popolo, che gli trasmetta

energia, voglia di fare e di occuparsi degli altri per riaffermare,
sempre e ancora più forte, l'identità di popolo. Nel

1951 Evita ottiene la presenza di 6 senatrici donne nelle
liste elettorali peroniste, un'altra vittoria per un percorso

politico sempre agguerrito e rivoluzionario.

Il 25 aprile del 1952 vengono elette 31 donne al parlamento
argentino.

La fondazione e il partito femminile, però, non la
allontanarono mai dal popolo. Continua ad operare come sempre

ha fatto. Ogni giorno riceve migliaia di lettere, si reca,
personalmente, presso le famiglie a portare i doni richiesti; si

interessa dei bambini più poveri regalando beni di ogni
genere e consegnandoli spesso di persona. Evita ha il forte

bisogno di sentire il popolo vicino, di trasmettere se
stessa e di farsi trasmettere emozioni spontanee, per

continuare nella sua opera, senza fermarsi mai. Il tempo,
ormai, passa veloce, la malattia avanza ed Evita sa che

la fine è vicina. "Quante volte è intervenuta
conducendo a casa sua, alla Residenza Presidenziale, dei bambini

trovati per strada che si grattavano disperatamente per la
scabbia..." "L'ho vista abbracciare i lebbrosi, i

tubercolosi, i malati.. l'ho vista stringere tra le braccia
degli straccioni e prendersi i loro pidocchi"...e ancora: "Non

avevo mai avuto dei pantaloni perché eravamo molto poveri...
il primo paio me l'ha dato Evita con le proprie mani

mentre distribuiva vestiti ai poveri..."I lavoratori, i
sindacati che, per primi, l'avevano conosciuta quando Peròn era prigioniero,
ebbero sempre un

rapporto sui generis con Evita. Un rapporto di rispetto
reciproco, di collaborazione e fiducia. I sindacati, spesso,

inviavano beni alla fondazione; i lavoratori, in alcuni
casi, devolvevano parte del salario per sostenere le opere

della fondazione. Opere grandi, importanti che, comunque,
avrebbero alleviato molte delle sofferenze cui erano

sottoposti.

Nel 1950, in prossimità delle elezioni, si pensava, e molti
si auspicavano, che la candidatura di Peròn alla

Presidenza coincidesse con quella di Evita alla
vicepresidenza. Il 22 agosto era la data fissata per annunciare la

candidatura di Evita, ma ciò non avvenne, l'ala militare
peronista non volle sentir parlare di questa vicepresidenza

ed Evita ebbe il compito di annunciarlo alla folla
insistente che voleva sentire, da parte sua, l'accettazione della

candidatura. "Ho solo un'ambizione personale, che il
giorno in cui si scriverà il capitolo meraviglioso della storia di

Peròn, di me si dica questo: c'era, al fianco di Peròn, una
donna che si era dedicata a trasmettergli le speranze del

popolo. Di questa donna si sa soltanto che il popolo la
chiamava con amore: Evita".

La malattia di Evita peggiorava ogni giorno di più. Sapeva
che il male non l'avrebbe lasciata e si consumava

lentamente, lavorando sempre di più per concludere le
proprie opere. Il suo cruccio più grande era quello di

lasciare Peròn, di non poter continuare ad affiancarlo, ad
aiutarlo nell'opera di governo del popolo argentino.

Spesso gli raccomandava i "suoi" poveri, temeva
che nessuno se ne occupasse come lei.

La morte era sempre più vicina, il popolo cominciava a
comprendere e, unito e sofferente, attendeva in strada che

un miracolo si compisse. Il 26 Luglio 1952 Evita muore dopo
una lunga malattia : nei giorni precedenti Peròn aveva

capito che bisognava preparare il popolo alla morte di
Evita, tacere la realtà non era più possibile. Un mormorio di

preghiere colme di un 'intima speranza si alzava nelle
strade, nei villaggi, dal nord al sud dell'Argentina. C'era

qualcuno che era disposto ad offrire la propria vita in
cambio di quella di Evita....Per tredici giorni il cuore

dell'Argentina cessò di battere, la sua ultima volontà era
stata quella di riposare in mezzo agli operai e, dopo mille

difficoltà, i sindacalisti la accontentarono.

"Ho solo un'ambizione personale. Che il giorno in cui
si scriverà il capitolo meraviglioso della storia di Peròn, di me

si dica questo: c'era al fianco di Peròn, una donna che si
era dedicata a trasmettergli le speranze del popolo. Di

questa donna si sa soltanto che il popolo la chiamava con
amore Evita". (Eva Peròn)

CENNI SUL PERONISMO: "La terza via"

Questa parte del documento ci è sembrata indispensabile per
inquadrare il periodo storico in cui Evita visse, agì

politicamente e quali siano state le idee le idee forza che
hanno guidato la sua azione.

"L'Argentina mi rimpiangerà, il justicialismo mi
sopravviverà". Sono le ultime profetiche parole di Peròn quando,

nell'intento di evitare la guerra civile che avrebbe provocato
alla nazione danni e lutti irreparabili, nel settembre del

'55 lascia il paese a bordo di una cannoniera per
raggiungere il Paraguay.

Nel '72, unico nella storia, tornerà in Argentina come
trionfatore. "Nel '55 - dichiarò Peròn - fummo sloggiati da

gruppi di potere internazionali. Ce ne andammo per non
provocare la guerra civile. Siamo tornati perché convinti di

poter essere ancora utili al popolo argentino". Nulla
di più vero: nessuno degli otto presidenti eletti dopo l'esilio di

Peròn è riuscito a far meglio di lui.

Da fonti delle Nazioni Unite, non certo filoperoniste,
apprendiamo infatti che dopo la caduta del colonnello Peròn

l'Argentina subì: una forte diminuzione della produzione
agricola, l'aumento incessante del costo della vita,

un'inflazione crescente, la semiparalisi dei settori primari
dell'economia, un'accentuata pressione degli investimenti

stranieri, soprattutto nordamericani, l'aumento notevole
delle importazioni dovute al deterioramento della

produzione nazionale, la contrazione dei consumi interni, la
riduzione del volume dei crediti. Si determinò una

situazione rovinosa che Peròn riuscì nuovamente a sanare
tanto da essere accolto in trionfo dal popolo. Vediamo

gli elementi e le caratteristiche costitutive della
rinascita sociale messa in piedi dal peronismo

Il fulcro della politica e della dottrina peronista, com'è
noto, è costituita dalla ricerca di una "tercera posicion" che si

opponga tanto al capitalismo imperialista quanto al
totalitarismo di stampo marxista. Molto controverso è a tale

proposito stabilire la reale portata del
"fascismo" di Peròn e le influenze del socialismo nazionale italiano.
Senza

dubbio in occasione dei viaggi a Roma e poi a Berlino, come
ufficiale di Stato Maggiore, Peròn conobbe da vicino i

nuovi esperimenti corporativi in campo economico e sociale,
traendo la convinzione che, opportunamente adattate

alla diverse e complicate esigenze del popolo argentino,
avrebbero potuto offrire al suo paese e a tutta l'America

del Sud una spinta di progresso e giustizia sociale. Lo
stesso Peròn sull'argomento disse in molte occasioni:

"Alcuni dicono che siamo fascisti, altri che siamo
nazisti. Ma io domando loro: in quale Paese del mondo

l'economia è davvero libera? Quando non è diretta dal
governo è diretta dai grandi consorzi finanziari, con la

differenza che il governo la dirige a beneficio di tutti gli
abitanti del Paese, mentre i consorzi capitalistici la dirigono

per arricchire la loro già pingui casse":

Non a caso uno dei presidenti succeduto a Peròn, Frondizi,
sottolinea che l'unica forza reale e concreta che abbia

cambiato il volto dell'Argentina è stato il peronismo e che
"appartiene ad una distorsione europea l'idea che il

peronismo non sia stata una forma democratica".

Innanzitutto occorre premettere che il peronismo non si
configura come un partito politico, ma come un movimento.

"Non siamo un partito - ripeteva Peròn - siamo un
movimento politico e come tale non rappresentiamo interessi

settari né di partito, vogliamo rappresentare e
rappresentiamo gli interessi nazionali. Il nostro obiettivo - aggiunge -

è semplicemente quello che deve essere l'obiettivo di tutte
le nazioni che lottano per la felicità dei propri figli e per

la grandezza della Patria".Ed ancora: "Il nostro
movimento ha origine operaie e non vuole persone conosciute perché già ci
conosciamo

abbastanza, il nostro movimento vuole uomini onesti,
sinceri, capaci di lavorare per il bene comune e non per il

proprio tornaconto". In questa ottica vanno anche considerate
le particolari condizioni di vita del popolo argentino

quando Peròn venne eletto presidente: un paese arretrato e
poverissimo nelle mani di un'oligarchia al servizio dello

straniero ed un popolo - il popolo dei descamisados di Evita
- che conduceva una vita vegetariana. "La mia idea -

racconta Peròn - fu allora di mettere in marcia questo
Paese, un'idea semplice come l'uovo di Colombo, in quanto

a chiunque capiti di vedere una cosa ferma, la prima idea
che gli viene in mente è di muoverla, di farla

camminare...".

Proprio per questo al centro del programma di riscossa
sociale e nazionale sta la nobilitazione del lavoro,

presupposto fondamentale della libertà individuale.
"Noi dividiamo il Paese in due categorie: quella degli uomini

che lavorano e quella che vive alle spalle degli uomini che
lavorano. Di fronte a questo stato di cose - spiega il

capo del peronismo - noi ci siamo schierati dalla parte
degli uomini che lavorano". Quanto alla presunta attenzione

del marxismo per la stessa antropologia umana, nel peronismo
si sottolinea l'inadeguatezza della categoria della

lotta di classe, considerata un veleno che conduce alla
discordia permanente e alla distruzione di molti valori

fondamentali.

"Non appoggiamo il lavoratore - dirà Peròn nell'aprile
del '44 - contro il capitale socialmente sano né i monopoli

contro la classe lavoratrice, ma soltanto favoriamo
soluzioni che portino benefici, in parte eguali, ai lavoratori, al

commercio e all'industria perché ci interessa soltanto il
benessere della nostra patria".

La "redenzione sociale" dunque venne inizialmente
affidata alla riforma rurale, poi a quella industriale, infine a

quella sociale. Con la prima, grazie ad un più saggio e
razionale sfruttamento della terra, con l'aiuto del Consiglio

Agrario e la consegna della terra a chi la lavorava, venne
aumentata la ricchezza. Il paese divenuto più ricco in

virtù della maggiore produzione e moltiplicata la ricchezza
con l'industrializzazione dell'agricoltura trasse i primi

benefici. Naturalmente non mancarono le resistenze dei
"ricchi" alla rivoluzione peronista. "Quando decisi di

migliorare le condizioni della classe lavoratrice argentina
- spiega Peròn - pensai immediatamente che esistevano

due mezzi: uno consisteva nell'aumentare la ricchezza, il
che richiedeva un maggior lavoro ma non eravamo nelle

condizioni di farlo. Dovevamo ricorrere all'altro mezzo che
consisteva nel togliere a chi aveva per darlo a chi non

ne aveva".

Il peronismo sarà definito "umanesimo operante”: una
concezione sociale che tenta di equipaggiare gli uomini

dando loro eguali possibilità per assicurarsi un avvenire
nel quale a nessuno manchi il necessario.

"Il peronismo - dirà Peròn nell'agosto '48 - o si sente
o non si sente. Fortunatamente io non sono uno di quei

presidenti che si appartano; vivo con il popolo come ho
sempre vissuto, per poter conoscere le vicissitudini, le

ansie, i problemi, le preoccupazioni, le gioie e le
tristezze del popolo lavoratore. E provo un'intima soddisfazione

quando vedo che un operaio va ben vestito o va con la sua
famiglia a teatro. Provo allora la stessa soddisfazione

che proverei trovandomi nella stessa condizione di
quell'operaio. Questo è peronismo".

Un altro elemento costitutivo del modello politico di Peròn
è l'indipendenza dalla pressioni internazionali sul suolo

argentino. Nei confronti degli Stati Uniti, Peròn riteneva
che non ci sarebbe mai potuto essere un vero stato di pace

fino a quando il rispetto "all'integrità della sovranità
nazionale" non avesse prevalso su tutto il resto. "E' impossibile

- aggiunge - poter stabilire la pace morale, premessa della
pace totale, se l'intolleranza pretende di assoggettare

persino con mezzi coercitivi la vita degli altri ai modelli
e ai metodi propri".

Nei riguardi della donna, poi, il peronismo ebbe
un'attenzione ed una sensibilità straordinarie. "La società moderna

non limita il lavoro delle donne, però ha l'obbligo di
assicurare loro una efficace protezione... La retribuzione del

lavoro femminile con un salario inferiore può convertirsi in
fattore di sfruttamento e di competizione sleale per

l'uomo. Per questo è quindi fondamentale, per una vera
giustizia sociale e per un normale sviluppo del lavoro,

stabilire il principio che a ugual lavoro corrisponde uguale
salario".

Le verità del peronismo

Il 17 ottobre 1950 in una memorabile giornata di entusiasmo
popolare Peròn enunciò alla folla accorsa in Piazza di

Maggio i punti chiave del suo manifesto programmatico:

1 La vera democrazia è quella in cui il governo compie la
volontà del popolo e difende un solo interesse : quello del

popolo.

2 Il peronismo è essenzialmente popolare. Ogni fazione
politica è antipopolare e pertanto non è peronista.

3 Il peronista lavora per il movimento. Colui che in nome
del partito serve una fazione o un caudillo è peronista

soltanto di nome.

4 Per il peronismo c'è soltanto una classe di uomini: quella
degli uomini che lavorano.

5 Nella nuova Argentina il lavoro è un diritto che dà
dignità all'uomo, ed è un dovere perché è giusto che produca

almeno quanto consuma.

6 Per un peronista non vi può essere niente di meglio di un
altro peronista.

7 Nessun peronista deve sentirsi di più di quello che è, né
meno di quello che può essere. Quando un peronista

comincia a sentirsi superiore a quello che è, sta già
trasformandosi in un oligarca.

8 Nell'azione politica, la scala dei valori di ciascun
peronista è la seguente: prima la Patria, poi il movimento ed infine

gli uomini.

9 Per noi la politica non è un fine ma soltanto un mezzo per
il bene della patria che è costituito dalla prosperità dei

suoi figli e dalla sua grandezza nazionale.