Studio d’arte http://www.vincenzogreco.com/ Da 30 anni produco e vendo on line mosaici sacri e vetrate artistiche per chiese, cappelle gentilizie, lapidi porcellana vetro fotoceramica . Telefona con fiducia. Sono sempre disponibile ad ascoltarTi e consigliarTi ☎ 347 7043345. Una esperienza positiva che che ti farà dire… wow!
lunedì 18 ottobre 2010
vetrofusione Gesù Maestro - mosaico sacro - vetrate artistiche -Vincenz...
http://www.mosaicosacro.it/ -- fase di lavorazione della vetrofusione di un lavoro per una chiesa . Opera di grande dimensione cotta in un unica soluzione .il ritratto di Gesù Maestro è realizzato in tecnica grisaglia (grisailles) colori cotti a 830° con un ardo di cottura perfetto . il vetro di Murano conferiscew all'oera un a brillantezza unica ma manifattura dell'artista Vincenzo Greco crea emozioni indescrivibili
Una rappresentazione bizantina frequente è quella del Cristo "Pantokrator", (cioè colui che tutto contiene, sovente tradotto anche con "Onnipotente") spesso a figura intera, seduto in trono, talvolta circondato da serafini o da fiamme e luci, che ricordano le visioni date da S. Giovanni, nell'Apocalisse.
Più spesso Cristo viene raffigurato a mezzo busto benedicente.
Il volto talvolta sembra severo, ma ha sempre un'espressione di profonda bontà, specialmente nelle icone slave, dove i tratti ieratici dei "Pantokrator" costantinopolitani e greci divengono più umani.
Con la mano sinistra, Gesù regge un Vangelo, talvolta chiuso, ma più spesso aperto e recante in evidenza un breve passo evangelico, come ad esempio: "Venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi. Prendete su di voi il mio giogo leggero"; oppure: "Non giudicate dalle apparenze, ma con giustizia; la stessa misura con cui misurerete, sarà applicata a voi"; o ancora: "Il mio regno non è di questo mondo, se fosse di questo mondo ... "; o: "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo che per voi è spezzato in remissione dei peccati"; ed altre frasi ancora [1].
Il nimbo che circonda il capo del Salvatore ha sempre inscritta una croce e nei tre bracci superiori c'è la definizione scritturale "Colui che è" espressa con tre lettere greche: q, in alto, v a sinistra (di chi osserva) e N a destra.
La mano destra accenna quasi sempre a un gesto di benedizione, disponendo le dita come usano i sacerdoti bizantini: la punta del pollice tocca quella dell'anulare. Talvolta le dita di Cristo raffigurano il suo monogramma: il mignolo per la I, l'anulare per la C, il medio e il pollice incrociati per la X, infine l'indice per la seconda C (IC XC = Gesù Cristo).
Sull'icona deve infatti essere scritto il nome della figura rappresentata. Per Gesù Cristo, si usa mettere in alto l'abbreviazione greca IC XC, e questo anche nelle scritte in Russia. Il colore rosso della veste di Cristo è tradizionale in tutte le icone e indica la sua divinità, mentre il manto blu è segno della sua vera umanità.
Talvolta la disposizione delle dita della mano destra benedicente è a gruppi di tre e due dita, che richiamano rispettivamente le tre Persone della Santissima Trinità e le due nature di Gesù Cristo: è da Dio trino che viene ogni benedizione attraverso il Cristo fatto uomo.
Il colorito del volto, del collo e delle mani non è certo quello di una carnagione naturale, ma un uso radicato dai toni scuri. Alcuni pensano che questa abitudine possa derivare anche dalla copiatura di modelli, dove la vernice di copertura era diventata nerastra.
domenica 10 ottobre 2010
scultura su pietra la grande madre ancora imprigionata nella materia
http://www.mosaicosacro.it/
Gea ed il mistero della Madonna Nera
Femmina che impersona la Terra, la Madre terra .
Desidero aprire questa tavola nel nome dell'amore, del rispetto e della profonda gratitudine nei confronti di mia moglie e di nostra Madre Terra, il pianeta vivente di cui sempre più sentiamo la Sacralità, nella natura, nei paesaggi, nell'aria che respiriamo e nel suolo su cui camminiamo ogni giorno, mentre dal cuore sgorga il desiderio di farci custodi di tanta infinita bellezza e bontà.
Madre Terra, primo amore, è l'origine di tutta la vita, la fonte di ogni nutrimento, un altare a cielo aperto, la Madre amorevole che provvede alla vita di tutti i suoi figli.
Madre eterna, è cosmica poiché è madre di tutti, ed è unica, perché il pianeta Terra è uno nell'immensità dell'universo. Nelle civiltà passate la terra diventa La Grande Madre una divinità femminile primordiale, presente in quasi tutte le mitologie note, in cui si manifestano la terra, la generatività, il femminile come mediatore tra l'umano e il divino.
Il culto della Grande Madre risale al Neolitico e forse addirittura al Paleolitico.
Già nell'antichità alcune dee, come Cerere/Demetra (dal greco "ghe-mater", cioè madre-terra) e Iside, venivano rappresentate con il volto scuro. L'immagine di Iside, è spesso ritratta con in grembo il figlio Horus, tutto ciò ha più di un motivo di sovrapposizione con il culto mariano.
Per chi non lo sapesse il mito di Cerere è ambientato ad Enna nella mitica rocca di Enna ....Aprendo un a parentesi La "festa" di Maria SS. Della Visitazione ad Enna, vista da quest'angolazione, oltre ad essere religione, cultura e folklore, è un vero e proprio rito di aggregazione che trae origini da riti pagani.
Anche il corano dedica una sura alla Madonna. L'iniziazione e le Diverse esperienze mi hanno indotto a meditare in modo diverso rispetto a prima , in una dimensione tale che oggi riesco a trovare un nesso logico tra : alchimia, matrimonio alchemico, pietra filosofale , madonna nera, madre terra , iside e rebis termini , alcuni noti altri meno ,che hanno in comune l'esoterismo.
Il mio desiderio è soffermarmi su un concetto, oggi per me , oggetto di un profondo studio e cioè il Rebis
Il Rebis nell' iconografia classica è rappresentato come un personaggio doppio:
Androgino maschio e femmina in un sol corpo. corrisponde alla quinta essenza che si solidifica nella pietra filosofale della tradizione alchemica , poli di una polarità in un rapporto di complementarietà.
Ritornando alla terra essa contiene l'acqua , elemento essenziale per la vita. Se quindi visto come pietra filosofale, il Rebis è il frutto delle "nozze chimiche" il fuoco sacro realizzatore interiore imprigionato nell'acqua. Sembra un concetto assurdo, ma visto dalla nostra angolazione e meditando in un religioso silenzio interiore , il concetto di maschio e femmina in un sol corpo non è un concetto assurdo ne raro .
La magia della vita custodita nel grembo di mia moglie è il fuoco contenuto nell'acqua (il liquido amniotico )
Ricordando il mio ingresso nel camerino dei passi perduti, come un regresso ad uterum nel profondo delle viscere della mi madre terra , oggi sono rinato ed ho visto la luce grazie a voi !
VINCENZO GRECO
Venerdi , 13 6009
Gea ed il mistero della Madonna Nera
Femmina che impersona la Terra, la Madre terra .
Desidero aprire questa tavola nel nome dell'amore, del rispetto e della profonda gratitudine nei confronti di mia moglie e di nostra Madre Terra, il pianeta vivente di cui sempre più sentiamo la Sacralità, nella natura, nei paesaggi, nell'aria che respiriamo e nel suolo su cui camminiamo ogni giorno, mentre dal cuore sgorga il desiderio di farci custodi di tanta infinita bellezza e bontà.
Madre Terra, primo amore, è l'origine di tutta la vita, la fonte di ogni nutrimento, un altare a cielo aperto, la Madre amorevole che provvede alla vita di tutti i suoi figli.
Madre eterna, è cosmica poiché è madre di tutti, ed è unica, perché il pianeta Terra è uno nell'immensità dell'universo. Nelle civiltà passate la terra diventa La Grande Madre una divinità femminile primordiale, presente in quasi tutte le mitologie note, in cui si manifestano la terra, la generatività, il femminile come mediatore tra l'umano e il divino.
Il culto della Grande Madre risale al Neolitico e forse addirittura al Paleolitico.
Già nell'antichità alcune dee, come Cerere/Demetra (dal greco "ghe-mater", cioè madre-terra) e Iside, venivano rappresentate con il volto scuro. L'immagine di Iside, è spesso ritratta con in grembo il figlio Horus, tutto ciò ha più di un motivo di sovrapposizione con il culto mariano.
Per chi non lo sapesse il mito di Cerere è ambientato ad Enna nella mitica rocca di Enna ....Aprendo un a parentesi La "festa" di Maria SS. Della Visitazione ad Enna, vista da quest'angolazione, oltre ad essere religione, cultura e folklore, è un vero e proprio rito di aggregazione che trae origini da riti pagani.
Anche il corano dedica una sura alla Madonna. L'iniziazione e le Diverse esperienze mi hanno indotto a meditare in modo diverso rispetto a prima , in una dimensione tale che oggi riesco a trovare un nesso logico tra : alchimia, matrimonio alchemico, pietra filosofale , madonna nera, madre terra , iside e rebis termini , alcuni noti altri meno ,che hanno in comune l'esoterismo.
Il mio desiderio è soffermarmi su un concetto, oggi per me , oggetto di un profondo studio e cioè il Rebis
Il Rebis nell' iconografia classica è rappresentato come un personaggio doppio:
Androgino maschio e femmina in un sol corpo. corrisponde alla quinta essenza che si solidifica nella pietra filosofale della tradizione alchemica , poli di una polarità in un rapporto di complementarietà.
Ritornando alla terra essa contiene l'acqua , elemento essenziale per la vita. Se quindi visto come pietra filosofale, il Rebis è il frutto delle "nozze chimiche" il fuoco sacro realizzatore interiore imprigionato nell'acqua. Sembra un concetto assurdo, ma visto dalla nostra angolazione e meditando in un religioso silenzio interiore , il concetto di maschio e femmina in un sol corpo non è un concetto assurdo ne raro .
La magia della vita custodita nel grembo di mia moglie è il fuoco contenuto nell'acqua (il liquido amniotico )
Ricordando il mio ingresso nel camerino dei passi perduti, come un regresso ad uterum nel profondo delle viscere della mi madre terra , oggi sono rinato ed ho visto la luce grazie a voi !
VINCENZO GRECO
Venerdi , 13 6009
sabato 9 ottobre 2010
ritratto su tela.
http://www.mosaicosacro.it/ - Ritratto di mio figlio realizzato a mano e con tutto l'amore che si puo dare ad un figlio!
agosto 2010
Vincenzo Greco
Appena giunto in paradiso Pictor si trovò dinnanzi ad un albero che era insieme uomo e donna. Pictor salutò l'albero con riverenza e chiese: "Sei tu l'albero della vita?". Ma quando, invece dell'albero, volle rispondergli il serpente, egli si voltò e andò oltre. Era tutt'occhi, ogni cosa gli piaceva moltissimo. Sentiva chiaramente di trovarsi nella patria e alla fonte della vita. E di nuovo vide un albero, che era insieme sole e luna. Pictor chiese:"Sei tu l'albero della vita?". Il sole annuì e sorrise. Fiori meravigliosi lo guardavano, con una moltitudine di colori e luminosi sorrisi, con una moltitudine di occhi e di visi. Alcuni annuivano e ridevano, altri annuivano e non sorridevano: ebbri tacevano, in se stessi si perdevano, nel loro profumo si fondevano. Un fiore cantò la canzone del lillà, un fiore cantò la profonda ninna nanna azzurra. Uno dei fiori aveva grandi occhi blu, un altro gli ricordava il primo amore. Uno aveva il profumo del giardino dell'infanzia, il suo dolce profumo risuonava come la voce della mamma. Un altro, ridendo, allungò verso di lui la sua rossa lingua curva. Egli vi leccò, aveva un sapore forte e selvaggio, come la resina e di miele, ma anche come di bacio di donna. Tra tutti questi fiori stava Pictor, pieno di struggimento e di gioia inquieta. Il suo cuore, quasi fosse una campana, batteva forte, batteva tanto; il suo desiderio ardeva verso l'ignoto, verso il magicamente prefigurato. Pictor scorse un uccello sull'erba posato e di luminosi colori ammantato, di tutti i colori il bell'uccello sembrava dotato. Al bell'uccello variopinto egli chiese:"Uccello, dove è dunque la felicità?" "La felicità?" disse il bell'uccello e rise con il suo becco dorato, "la felicità, amico, è ovunque, sui monti e nelle valli, nei fiori e nei cristalli". Con queste parole l'uccello spensierato scosse le sue piume, allungò il collo, agitò la coda, socchiuse gli occhi, rise un'ultima volta e poi rimase seduto immobile, seduto fermo sull'erba, ed ecco: l' uccello era diventanto un fiore variopinto, le piume si erano trasforma in foglie, le unghie in radici. Nella gloria dei colori, nella danza e negli splendori, l'uccello si era fatta pianta. Pictor vide questo con meraviglia. E subito il fiore-uccello cominciò a muovere le sue foglie e i suoi pistilli, già era stanco del suo essere fiore, già non aveva più radici, scuotendosi un po' si innalzò lentamente e fu una splendida farfalla, che si cullò nell'aria, senza peso, tutta di luce soffusa, splendente nel viso. Pictor spalancò gli occhi dalla meraviglia. Ma la nuova farfalla, l'allegra variopinta farfalla-fiore-uccello, il luminoso volto colorato volò intorno a Pictor stupefatto, luccicò al sole, scese a terra lieve come un fiocco di neve, si sedette vicino ai piedi di Pictor, respirò dolcemente, tremò un poco con le ali splendenti, ed ecco, si trasformò in un cristallo colorato, da cui si irraggiava una luce rossa. Stupendamente brillava tra erba e piante, come rintocco di campana festante, la rossa pietra preziosa. Ma la sua patria, la profondità della terra, sembrava chiamarla; subito incominciò a rimpicciolirsi e minacciò di scomparire.Allora Pictor, spinto da un anelito incontenibile, si protese verso la pietra che stava svanendo e la tirò a sé.Estasiato, immerse lo sguardo nella sua luce magica, che sembrava irragiarli, nel cuore il presentimento di una piena beatitudine. All'improvviso, strisciando sul ramo di un albero disseccato, il serpente gli sibilò nell'orecchio: "la pietra ti trasforma in quello che vuoi. Presto, dille il tuo desiderio, prima che sia troppo tardi!". Pictor si spaventò e temette di vedere svanire la sua fortuna. Rapido disse la parola e si trasformò in un albero. Giacché più di una volta aveva desiderato essere albero, perchè gli alberi gli apparivano così pieni di pace, di forza e di dignità. Pictor divenne albero. Penetrò con le radici nella terra, si allungò verso l'alto, foglie e rami germogliarono dalle sue membra. Era molto contento. Con fibre assetate succhiò nelle fresche profondità della terra e con le sue foglie sventolò alto nell'azzurro. Insetti abitavano nella sua scorza, ai suoi piedi abitavano il porcospino e il coniglio, tra i suoi rami gli uccelli. L'albero Pictor era felice e non contava gli anni che passavano. Passarono molti anni prima che si accorgesse che la sua felicità non era perfetta. Solo lentamente imparò a guardare con occhi d'albero. Finalmente poté vedere, e divenne triste. Vide infatti che intorno a lui nel paradiso gran parte degli esseri si trasformava assai spesso, che tutto anzi correva in un flusso incantato di perenni trasformazioni. Vide fiori diventare pietre preziose o volarsene via come folgoranti colibrì. Vide accanto a sé più di un albero scomparire all'improvviso: uno si era sciolto in fonte, un altro era diventato coccodrillo, un altro ancora nuotava fresco e contento, con grande godimento, come pesce allegro guizzando, nuovi giochi in nuove forme inventando. Elefanti prendevano la veste di rocce, giraffe la forma di fiori. Lui invece, l'albero Pictor, rimaneva sempre lo stesso, non poteva più trasformarsi. dal momento in cui capì questo, la sua felicità se ne svanì: cominciò ad invecchiare e assunse sempre più quell'aspetto stanco, serio afflitto, che si può osservare in molti vecchi alberi. Lo si può vedere anche tutti i giorni nei cavall, negli uccelli, negli uomini e in tutti gli essere: quando non possiedono il dono della trasformazione, col tempo sprofondano nella tristezza e nell'abbattimento, e perdono ogni bellezza. Un bel giorno, una fanciulla dai capelli biondi e dalla veste azzurra si perse in quella parte del paradiso. Cantando e ballando la bionda fanciulla correva tra gli alberi e prima di allora non aveva mai pensato di desiderare il dono della trasformazione. Più di una scimmia sapiente sorrise al suo passaggio, più di un cespuglio l'accarezzò lieve con le sue propaggini, più di un albero fece cadere al suo passaggio un fiore, una noce, una mela, senza che lei vi badasse. Quando l'albero Pictor scorse la fanciulla, lo prese un grande struggimento, un desiderio di felicità come non gli e ancora mai accaduto. E allo stesso tempo si trovò preso in una profonda meditazione, perchè era come se il suo stesso sangue gli gridasse: "Ritorna in te! Ricordati in questa ora tutta la tua vita, trovane il senso, altrimenti sarà troppo tardi e non ti sarà più data alcuna felicità". Ed egli ubbidì. Rammemorò la sua origine, i suoi anni di uomo, il suo cammino verso il paradiso, e in modo particolare quell'istante prima che si facesse albero, quell'istante meraviglioso in cui aveva avuto in mano quella pietra fatata. Allora, quando ogni trasformazione gli era aperta, la vita in lui era stata ardente come non mai! Si ricordò dell'uccello che allora aveva riso e dell'albero con la luna e il sole; lo prese il sospetto che allora avesse perso, avesse dimenticato qualcosa, e che il consiglio del serpente non era stato buono. La fanciulla udì un fruscio tra le foglie dell'albero Pictor, alzò lo sguardo e sentì, con un improvviso dolore al cuore, nuovi pensieri, nuovi desideri, nuovi sogni muoversi dentro di lei. Attratta dalla forza sconosciuta si sedette sotto l'albero. Esso le appariva solitario, solitario e triste, e in questo bello, commovente e nobile nella sua muta tristezza; era incantata dalla canzone che sussurrava lieve la sua chioma. Si appoggiò al suo tronco ruvido, sentì l'albero rabbrividire profondamente, sentì lo stesso brivido nel proprio cuore. Il suo cuore era stranamente dolente, nel cielo della sua anima scorrevano nuvole, dai suoi occhi cadevano pesanti lacrime. Cosa stava succedendo? Perché doveva soffrire così? Perché il suo cuore voleva spaccare il petto e andare a fondersi con lui, con esso, con il bel solitario? L'albero tremò silenzioso fin nelle radici, tanto intensamente raccoglieva in sé ogni forza vitale, proteso verso la fanciulla, in un ardente desiderio di unione. Ohimé, perché si era fatto raggirare dal serpente per essere confinato così, per sempre, solo in un albero! Oh, come era stato cieco, come era stato stolto! Davvero allora sapeva così poco, davvero era stato così lontano dal senso della vita? No, anche allora aveva sentito e presagito, ohimé! E con dolore e profonda comprensione pensò ora all'albero che era fatto uomo e donna! Venne volando un uccello, rosso e verde era l'uccello, ardito e bello, mentre descriveva nel cielo un anello. La fanciulla lo vide volare, vide cadere dal suo becco qualcosa che brillò rosso come sangue, rosso come brace, e cadde tra le verdi piante, il richiamo squillante della sua rossa luce era tanto intenso, che la fanciulla si chinò e sollevò quel rossore. Ed ecco che era un cristallo, un rubino, ed intorno ad esso non vi può essere oscurità. Non appena la fanciulla ebbe preso la pietra fatata nella sua mano bianca, immediatamente si avverò il sogno che le aveva riempito il cuore. La bella fu presa, svanì e divenne tutt'uno con l'albero, si affacciò dal suo tronco come un robusto giovane ramo che rapido si innalzò verso di lui. Ora tutto era a posto, il mondo era in ordine, solo ora era stato trovato il paradiso, Pictor non era più un vecchio albero intrinsito, ora cantava forte Pictoria. Vittoria. Era trasformato. E poiché questa volta aveva raggiunto la vera trasformazione, perchè da una metà era diventato un tutto, da quell'istante poté continuare a trasformarsi, tanto quanto voleva. Incessantemente il flusso fatato del divenire scorreva nelle sue vene, perennemente partecipava della creazione risorgente ad ogni ora. Divenne capriolo, divenne pesce, divenne uomo e serpente, nuvola e uccello. In ogni forma però era intero, era una "coppia", aveva in sé luna e sole, uomo e donna, scorreva come fiume gemello per terre stava come stella doppia in cielo.
domenica 3 ottobre 2010
mosaico bizantino ravenna
http://www.mosaicosacro.it/
In questa opera musiva tutta l'arte del mosaico esplode nella sua bellezza e magnificenza. L’Opus tassellatum è un pezzo Unico! nella lavorazione del Micromosaico Veneziano le diverse combinazioni e le possibili mescolanze di tecniche e materiali compongono un collage incredibile di inventiva creativa e rendono il lavoro dell'artista Vincenzo Greco una magia di bravura e intuizione, la bottega come l’atanor diventa per questa ragione una vera e propria fucina di pensieri e opere originali. questo splendido capolavoro con micro tessere policrome fanno tornare alla mente le grandi opere delle cattedrali del passato . l'abilità del maestro Vincenzo Greco si evidenzia nel accostare smalti veneziani, oro ,platino e gemme preziose fissandole in un istante e per sempre in opera d’arte. Non ci si può lasciare sfuggire un capolavoro simile per chi ama l’arte ed il mosaico ,quesst’ opera non deve mancare nella propria collezione! Intermente realizzato con tessere di murano lavorato a mano!! Con garanzia e attestazione di originalita' Duraturo nel tempo, Il mosaico e stato realizzato con materiali di posa resistenti anche per esterni un piccolo gioiello da porre in un luogo importante .
mosaico bizantino ravenna
http://www.mosaicosacro.it/
In questa opera musiva tutta l'arte del mosaico esplode nella sua bellezza e magnificenza. L’Opus tassellatum è un pezzo Unico! nella lavorazione del Micromosaico Veneziano le diverse combinazioni e le possibili mescolanze di tecniche e materiali compongono un collage incredibile di inventiva creativa e rendono il lavoro dell'artista Vincenzo Greco una magia di bravura e intuizione, la bottega come l’atanor diventa per questa ragione una vera e propria fucina di pensieri e opere originali. questo splendido capolavoro con micro tessere policrome fanno tornare alla mente le grandi opere delle cattedrali del passato . l'abilità del maestro Vincenzo Greco si evidenzia nel accostare smalti veneziani, oro ,platino e gemme preziose fissandole in un istante e per sempre in opera d’arte. Non ci si può lasciare sfuggire un capolavoro simile per chi ama l’arte ed il mosaico ,quesst’ opera non deve mancare nella propria collezione! Intermente realizzato con tessere di murano lavorato a mano!! Con garanzia e attestazione di originalita' Duraturo nel tempo, Il mosaico e stato realizzato con materiali di posa resistenti anche per esterni un piccolo gioiello da porre in un luogo importante . http://www.mosaicosacro.it/
In questa opera musiva tutta l'arte del mosaico esplode nella sua bellezza e magnificenza. L’Opus tassellatum è un pezzo Unico! nella lavorazione del Micromosaico Veneziano le diverse combinazioni e le possibili mescolanze di tecniche e materiali compongono un collage incredibile di inventiva creativa e rendono il lavoro dell'artista Vincenzo Greco una magia di bravura e intuizione, la bottega come l’atanor diventa per questa ragione una vera e propria fucina di pensieri e opere originali. questo splendido capolavoro con micro tessere policrome fanno tornare alla mente le grandi opere delle cattedrali del passato . l'abilità del maestro Vincenzo Greco si evidenzia nel accostare smalti veneziani, oro ,platino e gemme preziose fissandole in un istante e per sempre in opera d’arte. Non ci si può lasciare sfuggire un capolavoro simile per chi ama l’arte ed il mosaico ,quesst’ opera non deve mancare nella propria collezione! Intermente realizzato con tessere di murano lavorato a mano!! Con garanzia e attestazione di originalita' Duraturo nel tempo, Il mosaico e stato realizzato con materiali di posa resistenti anche per esterni un piccolo gioiello da porre in un luogo importante . http://www.mosaicosacro.it/
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http://www.mosaicosacro.it/ Sebbene vi siano una bibliografia e/o dei collegamenti esterni , manca la contestualizzazione delle fo...
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www.vincenzogreco.it/ www.mosaicosacro.it/ (Italy) Tel. 041 86 23 051 - 09 22 85 57 97 Fax 041 86 23 191 - 09 22 183 62 40 Cel...
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Vincenzo Greco Vetrata Artistica Gesù Risorto . E più bello in AZZURRO o in Giallo antico...? Una bella opera d'arte genera se...